Oggi parlerò di due grandi campioni e della loro forza di volontà, della voglia di vincere che li ha portati a meritarsi l'oro Olimpico nella giornata odierna: Mahé Drysdale e Katherine Grainger.
Mahe Drysdale, foto Rowing New Zealand |
Mahé Drysdale credo sia noto a tutti i canottieri del mondo. Recordman indoor con il famigerato "strumento di tortura" chiamato remoergometro, plurivincitore di medaglie d'oro ai campionati del mondo, è stato un po' sfortunato nella sua vita di rematore. Dopo essere arrivato quinto alle Olimpiadi di Atene nel 2004 con il quattro di coppia, l'anno successivo vinse il primo mondiale a Gifù in Giappone nonostante si fosse rotto due vertebre ad inizio anno. Rivinse successivamente altri due titoli mondiali sempre in singolo e fu prescelto per essere il portabandiera della sua nazione, la Nuova Zelanda, alle Olimpiadi di Pechino. Era accreditato di poter vincere agevolmente la sua competizione, ma una brutta gastroenterite presa proprio nei giorni precedenti alla gara lo mise al tappeto, ed in finale fu superato da Olaf Tufte e Ondrej Synek. Fu addirittura necessario soccorrerlo portandolo di peso fuori dalla sua barca, anche se poi si riprese e fu in grado di essere presente alla premiazione. Si rimise al lavoro e nei successivi tre anni rivinse l'oro a due mondiali su tre, fallendo tra l'altro proprio quello tenutosi in casa, sul lago Karapiro in Nuova Zelanda. Anche quest'anno si è presentato alle Olimpiadi non in forma brillante, a causa un incidente di bicicletta. Eppure la volontà è più forte del dolore e stavolta finalmente, alla sua terza Olimpiade, è riuscito a conquistare la medaglia più preziosa. Complimenti a questo grande singolista.
a sinistra Katherine Grainger, foto Getty Images via Daily Mail |
Katherine Grainger, capovoga del doppio britannico, è addirittura alla sua quarta Olimpiade. Ha un palmares di tutto rispetto: 3 argenti Olimpici (Sidney 2000 nel 4 di coppia, Atene 2004 nel doppio, Pechino 2008 di nuovo nel 4 di coppia), 6 ori mondiali, spartiti tra 4 di coppia e doppio e uno anche in 2 senza timoniere, un argento in singolo nel 2009 e un bronzo addirittura nel 1997 con l'otto. Le mancava solo l'oro Olimpico, che sembrava maledetto, era sempre lì vicino ma non riusciva mai a prenderlo. C'era di che lasciar perdere, dopo 11 anni di gare ad alto livello quando a Pechino perse l'oro per solo 1 secondo. Ma ha tenuto duro, altri tre anni di intenso lavoro (ed altri due mondiali vinti) ed oggi, in casa, è arrivata la rivincita. Oro meritatissimo, ed applausi da parte di tutti gli spettatori presenti a Eton.